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giovedì 29 gennaio 2015

22 - 24.01.2015: a Copan (Honduras)

Oggi dedichiamo il primo giorno a Copan al relax, e all'acclimatizzazione a questa tranquilla località a circa 700 metri di altura. Durante il giorno con il sole fa abbastanza caldo, ma la sera e la mattina le temperature scendono a 15 – 20 gradi. Facciamo prima una buona colazione al ViaVia, dove riceviamo anche molte interessanti informazioni turistiche per i prossimi giorni.
Poi ci viene proposto a pochi passi dell'alloggio di ieri, uno in posizione nettamente migliore e a costi inferiori.

Contrattato il prezzo e scelto la camera ci spostiamo in pochi minuti. Qui al MarJenny abbiamo anche una bella terrazza dalla quale la vista spazia su tutta la regione. visitato il paese, la piazza e il mirador con la vista sulla città. Qui visitiamo poi l'interessante Museo Maya dedicato agli scolari con molti interessanti giochi per far capire come contare e fare calcoli con le cifre Maya. Cosi come conoscere i rudimenti della scrittura e del calendario Maya. All'esterno del museo vediamo che anche i pompieri sono qui a sfruttare la posizione per
osservare gli eventuali incendi. La sera andiamo a cenare in un ristorante sulla Piazza dove poi incontriamo e conosciamo il simpatico canadese Guy, che ci dice di vivere tre mesi qui e altri tre sull'isola di Roatan. Intanto anche noi dopo aver consultato la meteo oline per i prossimi giorni, abbiamo deciso di rinunciare ad andare a Antigua e al Lago Atitlan. Andremo invece a visitare le isole della Bahia, seguendo anche gli esperti consigli di Guy, con la speranza di trovare li temperature più tropicali e gradevoli.

Il secondo giorno a Copan è interamente dedicato alla visita alle rovine del sito archeologico, e al museo de Escultura (Rosalila). Raggiungiamo l'entrata in meno di mezz'ora a piedi percorrrendo il comodo sentiero pedonale, ai lati del quale vi sono già disposte varie steli Maya. Poi pagato il boleto di entrata ci incamminiamo verso l'area della Gran Plaza e qui si fanno subito notare i gran schiamazzi delle are makau, grandi e coloratissimi pappagalli che qui volano liberamente fra gli alberi della foresta, dato che vengono permanentemente alimentati. Il guardiano ci dice che sono dal 1'999 che sono qui e oramai non se ne vanno più via. In ogni caso è un bel saluto quello che ci fanno prima di entrare a scoprire i misteri delle rovine. Intanto già il primo colpo d'occhio sulle numerose steli e sui vari monumenti e templi
vari è straordinario. Per molti, e me incluso, sono le rovine Maya che per la finezza dei reperti e per l'importanza storica è seconda solo a Tikal. Ma fu sicuramente qui che i Maya svilupparono al massimo l'arte delle scultura lasciandoci delle steli e dei bassoriglievi di bellezza e pregio unico. Poi vi sono la scalinata de los geroglificos che con le migliaia di geroglifi rappresentano la storia, non ancora del tutto decifrata, delle case reali di Copan. Per proteggerla dagli eventi atmosferici ha dovuto essere coperta da un telo di plastica. Ora grazie alla tecnologia digitale gli archeologi sperano di riuscire a decifrare le parti mancanti. Poi vi è il campo del gioco della palla, il secondo per dimensioni nel mondo Maya, il templo de las iscriptiones e l'acropoli. Il fiore all'occhiello è quanto scoperto solo del 1'999, ovvero il grande
mausoleo denominato la Rosalila. La scoperta fu fatta grazie allo scavo di un tunnel di ispezione all'interno di una piramide. Quanto venuto alla luce con lo scavo è di quanto mai gli archeologi potessero sperare. Come a Palenque la piramide ospita la tomba di un importante sovrano Maya, qui a Copan sono le resta del decimo grande signore di Copan; Giaguaro Luna. La struttura era talmente sacra per i Maya che la lasciarono come era e vi costruirono semplicemente sopra la Estructura 16, l'attuale tempio visibile dall'esterno. Nel Museo de la Escultura all'entrata del sito archeologico visitiamo poi la ricostruzione in scala originale, vedi foto a lato, del Mausoleo de la Rosalila del colore rosso occra. Il museo comprende inoltre molte altre sculture. E sono veramente moltissime, qui conservate per proteggerle dagli elementi
atmosferici esterni.  Per gli interessati consiglio di approfondire il tema con: http://it.wikipedia.org/wiki/Cop%C3%A1n o in inglese  http://en.wikipedia.org/wiki/Cop%C3%A1n
 
Il terzo giorno a Copan lo dedichiamo al relax mattutino e alla visita nel pomeriggo del parque de las aves makau (parco degli uccelli). Il tempo stamattina non è il massimo, ogni tanto si mette a piovere poi ritorna un timido sole. La sera avremo in cielo, grazie a questa variabilità uno spettacolo unico con tre intensi arcobaleni proprio
sopra Copan. Intanto, durante la colazione al San Rafael, ne approfitto del loro buon collegamento internet per aggiornare le e-mail e il Blog. Nel pomeriggio prendiamo un tuk tuk dal via-via per andare a visitare il parco degli uccelli che dista ca 2.5 km dal centro. Si tratta d un parco privato, ben ambientato sulla riva di un fiume, dove sono ospitati ogni genere di uccelli mantenuti illegalmente, trovati in precarie condizioni o abbandonati. Il parco dice di non catturarne dei nuovi, e raramente qualcuno viene rilasciato. Vi troviamo una grande quantità di are variopinte, di pappagalli di
diverse grandezze e colori, cosi come Tucani, gufi ecc. Molto attrattivi sono i pacifici tucani con l'enorme becco multicolore. Un ragazzo gli mezzo il braccio davanti pensando che vi fosse salito sopra, ma il tucano evidentemente non d'accordo lo becca, naturalmente senza fargli male, ma facendogli un po' di paura. Dopo aver mangiato qualcosa di semplice al ristorante del parco riprendiamo la strada per ritornare a piedi. Siamo facilitati perché il percorso è interamente in discesa, fino alla Plaza Central dove reincontriamo il simpatico canadese Guy che ci fornisce ottime
informazioni sulla nostra prossima destinazione, L'isola di Roatan dove lui è un abituè. Prima di andare a dormire, sempre su consiglio di Guy, facciamo una visita al nostro vicino ristorante Sol de Copan (o rist. Alemania), gestito dal tedesco Thomas per provare la birra da lui stesso prodotta. Thomas ha sposato una Honduregna di Copan, e dopo vari anni in Germania a Ulm ha deciso di emigrare qui e fare il birraio. Dopo 10 anni di attività si dice molto soddisfatto del successo della sua birra e dei souvenirs prodotti dalla moglie.

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