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domenica 4 gennaio 2015

2.1.2015: da Flores a El Remate

Per essere più vicini a Tikal e avere maggior tempo per la visita optiamo per avvicinarci e passare una notte a El Remate un villaggio all'altro capo del Lago di Peten. Prima di prendere i bagagli e partire, andiamo a fare colazione al Ristorante Dona Goya dello stesso proprietario del nostro hotel, e dove abbiamo il 10% di sconto. La colazione è eccellente variata e abbondante, la migliore finora di tutto il viaggio! Siamo inoltre in riva al lago e possiamo vedere come il tempo sta migliorando a vista d'occhio.
In breve tempo smette di piovere e arriva subito il sole. Preso poi uno scomodo “tuk tuk” per passare al Bancomat e andare al terminal dei collectivos per El Remate. Per la via delle fermata al bancomat il taxista mi dice che devo pagare due viaggi per 2 persone. Non sono d'accordo e dopo un po' di discussioni ci accordiamo di pagargli una volta e mezzo il pezzo da lui richiesto. Come in tutto il mondo anche in Guatemela i taxisti, appena possono, cercano di fare i furbi con i turisti stranieri! Al mercato il tuk tuk deve passare fra un gran casino di gente, con le auto e le puzzolenti moto, che passano sotto le tettoie
e fra bancarelle per poi giungere al punto dove parte il collectivo per El Remate. Caricati i bagagli sul tetto assieme ai sacchi di farina, di mais e una nuovissima bicicletta, aliamo a bordo. Non attendiamo molto e partiamo mezzi vuoti, ma poi d ogni fermata è un continuo saliscendi di gente e famiglie con due o più bambini. A un certo punto ho come vicini tre bambini, figli delle stessa giovane madre che non hanno più di un anno di differenza uno dall'altro. La strada è in buone condizioni e il viaggio fino a El Remate, all'altro estremo del lago di Peten, è tutto pianeggiante e abbastanza tranquillo.  Troviamo
subito alloggio al secondo tentativo al Sun Breeze Hotel dopo aver chiesto al Gardenias sull'altro lato della strada, ma era “completo”. La camera è spaziosa ben pulita, con ampio giardino esterno dove abbiamo disposizione, sotto l'ombra di alcuni banani, delle amache e tavoli. Siamo a due passi dal lago ma un brutto muro di cinta ci impedisce di vederlo. Passiamo poi il pomeriggio perlustrando la zona a piedi. Alla lunga della strada fino alla riva del lago incontriamo cani, porci grandi e piccoli, scoiattoli, mucche, cavalli ed altri animali, senza parlare della lussureggiante e tropicale vegetazione
Museo della Giada
tutt'attorno. Interessante visita al Museo-Negozio della Giada, dove sono esposti delle repliche di varie maschere e altri reperti Maya della regione, inclusa la famosa maschera funebre di Re Pakal di Palenque. Al molo delle barche ci fermiamo per rinvigorirci un po' con una cerveza Gallo e un gustoso guacamole. Il villaggio è rinomato per i tanti intagliatori di legno, uno dei quali ci mostra sul posto come esegue le sue opere con un legno scuro estremamente duro. Da lui comprerò poi un schampo naturale con l'essenza della corteccia di un albero tropicale. La proverò poi e devo dire che ha un buon profumo e, contro le mie aspettative, produce molta
schiuma. Finora non ho avuto nessun effetto controindicativo. Verso sera recandoci verso l'altra riva del lago per fotografare il tramonto ci imbattiamo nel Don David Guesthouse che ci attira l'attenzione per l'enorme parco verde che va fino al lago con un gigantesco albero di Ceiba nel mezzo. Entrati a vedere ci imbattiamo con il proprietario, che parla stranamente meglio l'inglese dello spagnolo e che ci dice di essere di lontane origini Svizzere. Avrà al minimo 75 anni, si chiama David Kuhn e suo nonno era venuto dalla Svizzera in Guatemala. Lui prima gestiva un altro rinomato ostello il Gringo Perdido che
figurando nella guida della Lonely Planet “The SoudAmerica Handbook” (anche da noi già utilizzato nel 1976), aveva avuto uno straordinario successo. Poi l'ha venduto per realizzare quello che stiamo visitando, che è più un parco botanico che un hotel. Il gioiello del suo ingegno è un sistema di trasporto delle bibite dal ristorante fino ad una piattaforma di osservazione a circa 100 metri di distanza, tramite un carrello che scorre su due fili metallici. Una specie di funivia per le bibite con trazione umana, facendo girare a mano una ruota di bicicletta come traino del filo di trasporto. Vederlo di notte poi è il massimo perché carrello lampeggia di tutti i colori. Noi ceniamo qui in un ambiente molto caratteristico e con una ben fornita biblioteca di libri e articoli sui Maya. Il tutto ci servirà poi per la visita di domani a Tikal. Al rientro al nostro hotel combiniamo il trasporto per la giornata di domani alle rovine. Dovremo alzarci alle 5 per prendere il bus delle 5.30, per il rientro decidiamo di arrangiarci da soli e non dover rientrare con gli altri già alle 14 del pomeriggio. Poi buona notte per alzarci così presto domani.

 

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