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domenica 11 gennaio 2015

10.1.2015: da Caye Caulker a Hopkins

 Il giorno ci sveglia stamattina con un'alba ben rosseggiante e un orizzonte quasi senza nubi, ma con un forte vento proveniente dal mare. Facciamo una prima colazione in camera con una bella e “sabrosa papaya” arricchita con del succo di limone. Lasciamo poi la nostra camera al secondo  piano della costruzione dell'anziano proprietario Miguel, che ci confida di avere raggiunto i venerandi 86 anni, ben documentati dalle profonde righe sul suo viso. A lato Miguel che con la moglie provvede ancora personalmente a gestire i desideri dei clienti; come a portarci gli asciugamani.
Partiamo poi per prendere il motoscafo delle 8.30 che però, essendo oggi domenica, non c'è! Abbiamo cosi avuto due ore di tempo per fare una seconda colazione, navigare in internet, e partire poi con l'imbarazione delle 10 dal molo della Caulker Water Taxi. Arrivati al molo con 15 min di anticipo, ci mettiamo in attesa con già molti altri passeggeri a fare la fila. La nostra imbarcazione arriva da San Pedro con circa trenta minuti di ritardo ed è subito ressa per accaparrarsi i posti. Anche oggi abbiamo fortuna, saremo fra gli ultimi a salire e trovare ancora posto. Una decina dovranno attendere ancora due ore. Il viaggio di una ora circa, su
un'imbarcazione sovraffollata è un buon esercizio di penitenza. A lato il nostro timoniere ripreso prima della partenza. Arrivati al terminal di Belize City, appena fianco del ponte rotante, ci spostiamo per visitare il centro turistico-commerciale della città, ma ci dicono che oggi è tutto chiuso non essendo arrivata nessuna nave da crociera. A Belize arrivano regolarmente delle navi da crociera che vi scaricano migliaia di turisti danarosi e assetati di souveniers, che scendono e “saccheggiano” gli appositi centri commerciali “duty free” qui presenti. Non ci resta che, prima di partire, di
visionare il famoso ponte girevole sul fiume che permette alle imbarcazioni a vela, una volta al giorno, ma non regolarmente di risalire in fiume. Il ponte girevole deve però essere manovrato a mano e richiedé lo sforzo di un ottantina di volonterosi forzuti locali. Con un taxi ci facciamo portare fino alla stazione dei bus dove facciamo rifornimanto e ci rinfreschiamo prima di salire sul bus per Dangriga/Hopking. Sul bus che parte regolarmente alle 13 del pomeriggio conosciamo Elmar e Tanja, due tedeschi di Colonia che stanno girando il da nord a sud e hanno, per le prossime tappe,
più o meno il nostro itinerario. Il percorso odierno del nostro bus ci fa ritornare a Belmopan per poi deviare verso sud in direzione di Dangriga, Il mio vicino di sedile di nome Luis, mi dice di essere del El Salvador, di lavorare qui da tre anni e di avere lasciato la famiglia nella capitale San Salvador. Mi dice di non sapere ancora bene l'inglese, ma non averne bisogno perché qui almeno il 70% della gente parla lo spagnolo. Luis scende a Belmopan da dove dice ha ancora mezzora di bus per un paesino più a nord. Intanto il bus continua il viaggio e quando arriviamo alla stazione centrale di
Dangriga, ci accorgiamo di essere stati dimenticati di farci scendere all'incrocio per Topking. Ripercorriamo sotto la sempre più intensa pioggia gli ultimi 10km fino all'incrocio Qui poi, mentre sta facendo oramai notte, dobbiamo scendere dal bus , attraversare la strada e ripararci sotto una precaria tettoia in lamiera, per attendere un taxi per la nostra odierna destinazione. Saliamo poi tutti sul medesimo minibus con un conducente non molto collaborativo; lui ci porta solo dove gli diciamo l'indirizzo e una volta passato questo si rifiuta di tornare indietro. Non ci resta altro che scendere alla fine del villaggio e ritornare cercando a piedi, purtroppo sotto la pioggia! Cercato assieme a Elmar , mentre Magie e Tanja rimangono ad attenderci, o sono troppo cari per i nostri budget (oltre 100US$) o pieni. Trovato poi un Guesthouse sul lato interno per soli 50B$. La grande
casualità è che il gasthouse si chiama Tania cosi come figlia del proprietario e la nostra nuova compagna di viaggio.
Poi, mentre la pioggia attua una breve tregua, andiamo assieme a cena in un rustico, ma ben pulito, ristorantino famigliare a gustarci dei bei piatti di pesce e gamberetti. La birra però la dobbiamo andare a prendere al vicino supermarket, anche qui gestito dai soliti cinesi. Poi facciamo giusto in tempo a rientrare in camera prima che si scateni il prossimo nubifragio.

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