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martedì 13 gennaio 2015

12.01.2015: da Hopking a Placentia

Stamattina sveglia alle sei con un insistente e stonato gallo nel cortile sotto la nostra camera dopo aver avuto tutta la notte un concerto di rane. Per la colazione decidiamo di cambiare posto ed andiamo al ristorante più oltre all'incrocio principale Colazione attesa a lungo, ma abbiamo tempo fino alle 10 Poi all'incrocio salutiamo Tasnja e Elmar che vanno a Punta Gorda, loro hanno il tempo limitato dal volo di ritorno da Cancun il 25 di gennaio. Qui all'incrocio conosciamo una una giovane studentessa Taiwanese
che studia arti decorative a New York da sei mesi, e vuole conoscere un po l'America centrale.

Attendiamo a lungo sotto il sole il nostro Bus della Richie che arriva poi con più di mezz'ora di ritardo. Il viaggio è tranquillo con il solito saliscendi dei passeggeri mentre attraversiamo interminabili piantagioni di arance e banane. Poi a 10km prima di Placentia il motore del bus inizia a fare le bizze e a funzionare a singhiozzo fino a bloccarsi del tutto. Arriva però un bus di soccorso in neanche 10 minuti. Veloce cambio di bus per percorrere gli ultimi km fino alla
fermata finale al centro di Placentia. Qui ci rifugiamo nel ristorante più vicino per prenderci una limonata rinfrescante e guardarci in giro per trovare un alloggio. Abbiamo fortuna perché il ristorante Omar dove siamo affitta anche delle camere. Ci accappariamo subito la camera migliore con bagno privato per soli 55B$. La camera è piccola e rustica ma pulita e ariosa essendo al piano superiore. Ci rendiamo subito conto che Placentia è un rinomato centro turistico molto battuto dagli americani, per cui i costi sono relativamente alti e essendo ora periodo di alta stagione le camere
libere sono anche difficili da trovare. Entrando da nord sulla lunga penisola di sabbia sono ben visibili i nuovi ressort e le ville lussuose che stanno sorgendo ai due lati della strada. E' anche appena stato costruito, sembra grazie a investitori italiani, uno strano aeroporto con la pista di atterraggio trasversale alla penisola e con la strada che gli deve fare il giro attorno. L'ambiente qui è molto rilassato e la gente molto cordiale ed ospitale. Tutti, a parte i turisti, incontrandosi si salutano; alcuni si soffermano e ti chiedono le solite domande: come stai, da dove vieni, quanto tempo rimani
ecc. Il tempo è bello e la temperatura è sui 30o, anche se dei nuvoloni neri e minacciosi si aggirano all'orizzonte. Noi facciamo poi un lungo giro di perlustarzione andando al porto commerciale e a quello delle imbarcazioni per il trasporto dei passeggeri. All'ufficio turistico ci facciamo spiegare come continuare il viaggio visto che siamo alla fine della penisola e non vorremmo continuare senza fare ritorno. Nessun problema c'è uno specie di traghetto che attraversa la laguna e raggiunge Independence da dove possiamo


poi continuare verso Punta Gorda e da li raggiungere via mare il Guatemala. La sera andiamo a cena al variopinto ristorante Barefoot un po' più a nord della nostra abitazione. Qui tutto è predisposto per “arricchire” l'umore dei turisti con una enorme scelta di driks e coctails abbondantemente alcoloci. Diffatti guardandoci in giro vediamo molti di loro già ben animati e allegri. Riproviamo il Ruhm Punch già avuto a Caulker prima passare a gustarci dei buoni piatti di conch (calamari) al latte di cocco e gamberetti al tamarindo. Anche stasera facciamo appena .. appenain tempo a rientrare in camera che si scatena un violento temporale che a sprazzi perdurerà per tutta la notte. Unico neo sono un paio di fastidiose zanzare che non siamo riusciti ad eliminare e che ci obbligano a dormire sotto un lenzuolo protettivo.

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