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domenica 4 gennaio 2015

3.1.2015: visita al sito archeologico di Tikal

Stamattina partenza senza colazione alle 5.30 con un trasporto con il minibus riservato già ieri sera. E' ancora notte mentre ci apprestiamo ad identificare fra i vari minibus che girano qual'è il nostro. Poi trovati tutti i passeggeri, fra i quali due italiani, due tedeschi, una canadese e vari locali partiamo verso Tikal. All'entrata del Parco uno stop per pagare i 150 Quetzales di ingresso e ripartire per percorrere gli ultimi 12Km fino all'entrata vera e propria del sito archeologico. A lato una Ceiba l'albero sacro per i Maya. 
Prima di lanciarci a visitare il grande parco ci prendiamo un “cafè con leche” e comperiamo la utile cartina con oltre la mappa del sito anche le indicazioni sulla fauna e flora che possiamo incontrare. Il sito è difatti all'interno di un ampio Parco nazionale protetto. Per non rischiare di girare a zonzo fra i vari punti di questo esteso Parco definiamo fin da subito il percorso ed il timing che vogliamo darci. Visiteremo subito in mattinata la zona Nord-Est fino alla Plaza Central per poi ritornare all'ingresso a prenderci in tranquillità il pranzo e visitare la parte restante percorrendola da Nord-Ovest verso il centro. Abbiamo così l'occasione di vedere due volte, in due momenti differenti di luce solare la fantastica Plaza central col le due maestose Piramidi-Templi I e II (anche detti del Jaguaro).
Il primo Tempio che vistiamo è quello detto “De las Inscriptiones” per delle iscrizioni che si trovano sulla parte alta della costruzione. Non ne è rimasto ben poco e ci vuole molta fantasia a riconoscerle. Il cammino di circa 20 minuti ne è però valso la pena, almeno dal punto di vista, naturalistico, dato che ci ha permesso, grazie ai numerosi cartelli, di riconoscere molti alberi e piante, e qualche animale come le scimmie ragno e diversi uccelli. Arriviamo poi sul nostro percorso al Templo V, il più recentemente restaurato eseguito con l'aiuto delle Spagna, prima di proseguire verso la parte centrale che ci appare in lontananza dalle cime dei templi che oltrepassano il limite degli alberi. Abbiamo un tempo bellissimo con un cielo potentemente azzurro e dei bei nuvoloni bianche sparsi qua e là all'orizzonte. Lo spettacolo della Grasono indigeni, fra i quali molti in costumi
tipicamente Maya-Guatemaltechi, e che sono qui per fare una cerimonia religiosa. Nella grande pietre incavata a mo di altare, al centro delle Plaza, viene acceso un fuoco che fa un denso fumo nero che esala degli odori dall'incenso alla gomma bruciata. Ci diranno che sono delle resine e oli estratti da delle piante apposite. Pensando che anche il cauchiù, dal quale si fanno i pneumatici, è in se una specie di resina naturale, mi sembra plausibile la risposta avuta. Anche se il fumo nero prodotto non mi sembra oltremodo salutare per chi vi sta attorno, per cui è meglio scattare le foto da una debita distanza e controllare bene da dove tira il vento. Le immagini sono però molto pittoresche inquadrate in una cornice così suggestiva. Dopo un buon pranzo seguito da un vero Ital-Espresso al chiosco dell'entrata ripartiamo per il giro pomeridiano che subito crediamo messo in pericolo da una pioggerellina che inizia proprio ora a cadere. Chiedo ad un venditore ad uno stand di artesania se sarà una pioggia seria, ed egli mi risponde subito: “nunca se sabe, ma se quires te vendo un poncho impermeavel”. Ecco la reazione del buon venditore Maya contemporaneo: non si sa mai, ma se vuoi ti vendo una mantellina! Ne percorso in mezzo la foresta vedremo anche un uccello della famiglia dei Quetzales, non il famoso Quetzal Real, l'uccello sacro dei
Maya, oramai in fase di estinzione, ma una sua variante minore senza le lunghe penne penne colorate della coda. Dall'imponente Tempio IV salendo dal retro tramite una ripida scalinata in legno raggiungiamo il punto più alto con una vista favolosa sulla foresta e sulle cime delle altre piramidi che superano l'altezza degli alberi. Terminiamo poi il giro pomeridiano con la visita, in zona tramonto, prima del parte chiamata “Mundo Perdido” con i resti de la Plaza "de los sietes Templos" e i tre campi di calcio uno al lato dell'altro, prima di ritornare sulla Gran Plaza per scattare le ultime suggestive foto con il sole calante. Ci dirigiamo poi verso l'uscita per girare fra gli stand di souvenirs e prendere un minibus per ritornare a El Remate. Maggiori info su Tikal: http://it.wikipedia.org/wiki/Tikal. Alle 5.30 usciamo dal Parco molto
stanchi degli almeno 15 Km percorsi a piedi in questo incantevole e meraviglioso posto. Dopo la rinfrescante doccia e un attimo di riposo andiamo al poi vicino ristorante Cahui per gustarci il pesce bianco del lago di Peten al lume di una candela. Qui incontriamo una giovane coppia di tedeschi appena arrivati dal Belize e che ci danno delle utili informazione per la continuazione del nostro viaggio, noi contraccambiamo dandone alcune per visitare Tikal. Dopo cena al ristorante si forma un assembramento di persone locali che si trasforma poi in comizio elettorale di un gruppo politico con una quarantina di presenti. I temi e le discussioni sembrano essere come da noi: avere maggiore partecipazione per avere più voce in capitolo, convincere gli altri delle nostre buone idee. Portare avanti le richieste e esigenze di base della comunità. Aiutare le persone socialmente deboli. Visto che le discussioni potrebbero durare, usciremo in sordina salutandoli e ricevendo i loro saluti e auguri. Noi rientriamo a dormire scoprendo che i tedeschi conosciuti al ristorante sono i nostri vicini di camera.



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