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giovedì 8 gennaio 2015

7.1.2015: da San Ignazio a Caye Caulker

Ci alziamo verso le sette con i primi rumori e con il cielo che comincia a rischiararsi. Visto che anche oggi abbiamo davanti a noi due tappe di trasferimento saliamo dalla nostra accogliente abitazione, dopo un buon thè, già con i bagagli. Facciamo colazione sull'unico ristorante già aperto, il Eva's Place sulla Burns Avenue, la stradina senza traffico con tutti i ristoranti e negozi per i turisti. Anche la colazione Beliziana è ottima e abbondante. A differenza della altre finora, qui non abbiamo le tortillas o i toast, ma i buns, una specie di panino fritto gonfiato.
Non male anche i pancake e la frutta che riceve Maggie. L'ambiente qui dove si concentrano il locali e i pochi turisti come noi, anche se presto, è già abbastanza movimentato con tipe e tipi che denotano chiari da nottambuli. Comperiamo poi qualche approviggionamento al soliti negozio cinese, in effetti i negozi sono gestiti quasi esclusivamente dai cinesi! Mentre ci avviciniamo al terminal dei bus ne vediamo partire un pieno, ci dicono però “dont vorry” il prossimo parte fra mezzora. Difatti dopo poco arriva il bus, ma per prenderlo, visto quanti aspettano, dobbiamo darci da fare. Dopo aver caricato i
bagagli riusciamo prendere i due ultimi posti a sedere. Gli altri poverini dovranno fare il viaggio fino a Belmopan, circa un'ora, in piedi su questo sgangherato veicolo che pare non sappia cosa sono gli ammortizzatori. Sono dei vecchi bus, tipo gli School Bus americani, che percorrono i loro ultimi km prima di finire su qualche discarica di ferraglie, come ne vediamo molte sul percorso fino a Belize City. Arriviamo dopo circa un'ora alla stazione dei Bus di Belmopan, la capitale, ma molto più piccola di Belize City. Fu dichiarata capitale del Belize dopo che nel 1971 un'uragano,
abbastanza frequenti su queste coste, distrusse quasi totalmente Belize City. Belmopan è una anonima cittadina amministrativa all'incrocio delle principali strade nord – sud e est – ovest. La visitammo nel 1976, ancora prima dell'indipendenza, poi dichiarata nel 1981, e mi ricordo di esserci passati senza neanche accorgerci. Solo arrivati a San Ignazio ci accorgemmo di esserci persi la capitale. Dopo una lunga pausa poi il bus, mezzo vuoto, ma con una decina di funzionari amministrativi a bordo, continua il viaggio. La strada è asfaltata e in buone condizioni, praticamente piana e diritta. Il
paesaggio cambia trasformandosi dalle colture e pascoli, in zone paludose e popolate da arbusti e qualche palme qua e la. Alle 12 arriviamo alla periferia di Belize City e qui vediamo ai lati della strada più sporcizia, rifiuti e disordine. Scendiamo poi al terminal dei bus e da qui ci facciamo una camminata ci circa 500 metri fino ad arrivare alla zona del porto delle imbarcazioni. Incontriamo diversa gente tutti di pelle scura, che gentilmente ci salutano e indicano la strada. L'ambiente qui è molto diverso, apparentemente come tanti ci hanno avvertiti, un po pericoloso, ma d'altra parte ci sembra sicuro anche
per la presenza di molti poliziotti o guardie di sicurezza. Caratteristiche sono le colorate costruzioni i legno sopraelevate, non sempre in buono stato … ma pur sempre pittoresche. Raggiunto il molo abbiamo giusto mezzora di tempo per prendere i biglietti, fare dei piccoli acquisti e poi imbarcarci su uno Speed Boat della Caulker Express (100% Belizian) per il Caye Caulker a circa un'ora di viaggio. L'imbarcazione si riempie rapidamente, in prevalenza di turisti americani con enormi e ingombranti valigie. Purtroppo le nostre due vicine di sedile sono proprio delle turiste “over size” per
cui ci tocca lottare per avere quei pochi cm di spazio e non essere schiacciati come sardine. Malgrado l'inconveniente facciamo una tranquilla traversata su un mare pazzescamente turchese e fra isole e isolotti disabitati e interamente coperte di mangrovie. Sull'imbarcazione abbiamo anche due giovani turisti molto loquaci e un po casinisti che tengono animata l'attraversata. Arrivati al molo uno dei due nello svestirsi per fare un teatrale tuffo in acqua, gli parte il suo i-phone che fa ciuff ed arriva in acqua prima di lui. Tra di me penso che non gli poteva capitare di meglio dopo tutto il casino che aveva fatto. Noi passati il molo ci affidiamo ad un taxista che con il suo
“Golf Car” ci porta a trovare un'abitazione possibilmente economica. La troviamo a poche centinai di metri proprio ai bordi della spiaggia fra i pellicani e le barche dei pescatori. Per 52 US$ troviamo Lena's inn, al piano rialzato, una grandissima camera con due letti doppi e un altrettanto grande bagno. La costruzione vista dall'esterno è un po datata ma all'interno e spaziosa, pulita e comoda. L'anziano proprietario, Miguel ci dice preferire lo spagnolo, anche se qui parlano tutti inglese, e di essere qui da oltre quaranta anni. Preso confidenza con il posto ci prendiamo a due passi le due prime birre Belikin con i piedi nella sabbia e una bella vista sul mare e sui numerosi e sonnolenti pellicani che curano le loro prede per poi aggredirle in picchiata nel mare. Sembrano un po goffi ma sono degli abbastanza efficienti pescatori. Poi gironzolando alla scoperta de posto ci comperiamo una bella papaya e un limone, prima di trovare all'imbrunire dopo il tramonto un buon posto per fare cena. All'interno dell'isola troviamo un ristorante che ci dicono essere stato aperto da soli due mesi dove ci servono un bel Red Snapper di almeno 1Kg fatto alla beliziana per un prezzo neanche caro comparato con gli altri posti più vicini alla spiaggia. Poi, mentre è già notte fonda torniamo in camera aiutandoci con la pila.

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