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giovedì 15 gennaio 2015

14.01.2015: da Placentia a Punta Gorda

Stamattina tanto per cambiare andiamo a fare colazione al Frieds un ristorantino che ci era stato consigliato da Omar e che si trova al lato più a sud della penisola. E' gestito da una famiglia di canadesi che lo hanno appena ripreso da un locale che lo aveva portato al successo e addirittura all'iscrizione anche nella guida della Lonely Planet. Maggie prende il, da tutti consigliato, “exotic pancakes”. Un bel nome, ma ne rimarrà un po delusa, difatti è con tanto zucchero e una panna montata non proprio all'altezza delle aspettative europee.
Anche la frutta esotica è un po' modesta e non più il massimo della freschezza. Il mio commento: il marketing è meglio del prodotto offerto! Io invece approfitto dell'ultima e unica omelette all'aragosta a disposizione, che, a parte in “ceddar cheese” (formaggio giallo all'americana) che ci mettono sopra, è però ottima. Prima di partire ultimo attimo di realax nell'amaca comunitaria.oi fatti i bagagli e sgomberato la camera ci spostiamo al molo di partenza delle imbarcazioni per proseguire verso Independence, il
paese all'altro lato della laguna dove passano i bus verso il sud del Belize. Sull'imbarcazione siamo seduti proprio vicino ad una coppia di svizzeri di Hallwil, nel canton Argovia che hanno qui un loro veliero per girare i mesi invernali nei Caraibi. Inspiegabilmente la partenza è anticipata alle 9.30, ma appena partiti si mette a piovere. Anche se il motoscafo ha un tetto la pioggia entra da tutte le parti. Qualche momento di panico con tutti a cercare le mantelline, ma per fortuna da dietro ci viene allungato sopra le teste dei passeggeri un
grande telo di plastica che ci copre tutti. Sembra quasi di viaggiare in sottomarino. Il risultato finale è che essendo al lato sono rimasto ugualmente un po bagnato. Scesi dall'imbarcazione, sempre sotto la pioggia ci spostamento con un taxi-minibus fino al terminal dei bus di linea della James Line. Qui dobbiamo attendere per circa un'ora il bus della Punta Gorda. Percorriamo poi i ca 120 Km fra villaggi di indigeni discendenti dai maya, foresta e piantagioni varie sotto una continua e insistente pioggerellina. Arriviamo alle 13 al terminal dei
Bus di Punta Gorda o semplicemente P.G., come i Beliziani chiamano semplicemente la capitale del
dipartimento di Toledo il più meridionale del paese. Dopo aver deciso di non correre a prendere l'imbarcazione per Livingston in partenza fra pochi minuti, ma di rimanere qui a passare la notte e ripartire domani, andiamo tranquillamente a pranzo al ristorante Emery. Dove ci facciamo servire un bel “red snapper” fritto accompagnato da purea di patate e riso. Una coppia di americani nostri vicini di tavolo ci lasciano gentilmente un biscotto allo zenzero da provare, non male ma è uno di quei biscotti che rimane incollato ai denti! Io poi parto alla ricerca di un'alloggio adeguato alle nostre esigenze e ai pochi
dollari beliziani che ci sono rimasti. Trovato il Grace Hotel per 55 B$, pulito e spazioso. Fatti i conti ci rimangono ancora un po di spiccioli per la cena e la colazione che dovremo pagare in US$. Intanto nel tardo pomeriggio il tempo migliora e possiamo gironzolare per conoscere questa tranquilla e sonnolenta cittadina del sud del Belize. Qui siamo al centro più a sud raggiungibili per strada. Da qui si possono raggiungere ancora solo alcuni villaggi, ma non vi è nessuna strada (anche se sembra che una sia già in costruzione!) che raggiunge il Guatemala. Per continuare il nostro viaggio dovremo
domani farlo con una imbarcazione verso Livingston o Puerto Barrios. Noi opteremo per Livingston perché turisticamente più organizzata ed attrattiva. Intanto in camera abbiamo un paio si fastidiosi moskitos che dobbiamo disinfestare, ma prima dobbiamo tappare i vari buchi nella zanzariera della finestra del bagno. Poi con un po di pazienza e maestria eliminiamo quelle già annidate in camera. Anche se teoricamente siamo in zona di moderato pericolo di malaria e dengue è meglio prendere qualche precauzione. Le punture sono fastidiose perché a causa del caldo e l'umidità impiegano molto tempo per guarire e sparire.

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