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martedì 6 gennaio 2015

4 - 5.1.2015: riposo a El Remate e visita a Yaxhà

Dopo l'intensa giornata fra i Templi di Tikal (12 km a piedi) e visto il tranquillo ed accogliente posto dove siamo decidiamo di rimanerci un giorno ancora. Il tempo inoltre è favorevole con un bel sole mattutino e temperature attorno ai 30 gradi. Dopo aver pagato la camera per una notte ancora andiamo fare colazione sulla terrazza rialzata del ristorante Las Gardenias giusto in fronte al nostro Hotel. Ottima e abbondante con dei favolosi succhi di frutta fresca. Poi dopo aver preparato il testo e le foto per il Blog, visto che qui è impossibile trovare una connessione WiFi,
devo optare per un vetusto PC con una tastiera tanto usata che alcuni caratteri sono illeggibili.
Qui per 10 Qurtzales posso usarlo per una ora, ma fino a che mi abituo alla tastiera e ai programmi in spagnolo, passano già venti minuti. La velocità di Internet, dopo che tutto è a posto, non è male, anche se ogni tanto si paralizza e devo iniziare da capo. Riesco comunque a leggere gli e-mail e a caricare il testo e alcune foto sul blog. Poi ritorno all'hotel per sfruttare il bel posto all'ombra dei banani e nella comodità dell'amaca per prepararci alla prossima tappa del viaggio: la visita del Belize. Rimango subito sorpreso nel leggere che il Paese caraibico, ex colonia Britannica fino al 1981, ha solo 310'000 abitanti, meno della popolazione del Ticino con una superficie ben maggiore. Dalle informazioni ricevute e lette pare confermarsi quanto già si sconsigliava nel 1976 in occasione della precedente visita: il Paese è bello e sicuro, ma evitate di mettervi troppo in pericolo a Belice City. In ogni modo , se possibile, pianifichiamo di arrivare con un bus dall'entroterra e ripartire subito con un trasporto navale verso una delle varie isole della costa caraibica. Nel tardo pomeriggio ci mettiamo poi in cammino verso la sponda nord del lago di Petèn Itzà per cercare di fotografare il tramonto del sole con qualche scena serale particolare. Difatti ne verremo ampiamente premiati con molti uccelli, fra essi anche degli aironi, cavalli, bagnati e pescatori all'opera. Sono veramente fantastici i colori del lago e dei canneti con il calar del sole. Non riusciamo però a trovare un ristorante adeguato fra quei pochi aperti della zona, così che non co resta che ritornare e andare al Restaurante del Muelle dall'altro lato del paese. Una lunga camminata ma ne varrà la pena già per il buon “pescado blanco al vapor” che Maggie riceverà servito. Io mi accontento con un “pollo a la planchia”, anche ottimo e abbondante. Al ristorante, mentre noi
abbiamo appena terminato e stiamo assistendo all'andirivieni della gente, arriva un gruppo con un bus, che si appresta a prendere possesso delle camere al piano superiore. Dai primi segni di comportamento e segnali ci è subito chiaro che si tratta di un gruppo di italiani. Poi appena scesi dalle camere si sistemano dietro a noi e ne possiamo seguire le loro animate discussioni fra un cinguettio e l'altro dei loro cellulari, i-phone e altri aggeggi elettronici vari. Ci sembra di essere in un qualsiasi ristorante varesino o comasco, per cui meglio “pagar la cuenta” e ritornare alla quiete del nostro hotel, non senza aver fatto prima un bel giro del paese discutendo con i locali fra i negozi di souvenirs e altre mercanzie varie. E' molto bello vedere che qui se li saluti, tutti ti rispondono e salutano con ampi sorrisi.
Il secondo giorno ci attende la mattina con la pioggia, che poi a spazzi diventerà anche molto intensa
con dei brevi rovesci tipo “cascata d'acqua”. Colazione alla vicina cafeteria La Piazza,
Poi cerchiamo una proposta per visitare il sito archeologico di Yaxchà ad un trentina di chilometri da El Remate. Unico handicap è il numero minimo dei partecipanti è di tre, in meno si paga il prezzo di tre in ogni modo. Siamo in lista di attesa ed aspettiamo la conferma della gentile ricezionista del Las Gardenias. Dopo aver preso un buon pranzo con un abbondante succo fresco di naranja, e aver alleggeriti i nostri sacchi al minimo, contrattiamo il prezzo del trasporto in 350Q
invece dei 375 (tariffa minima per tre partecipanti). In un attimo il minibus è pronto per portarci a percorrere i ca. 34km ( fra cui 11 su strade in terra battuta all'interno del Parco Nazionale. Il percorso iniziale è la strada principale che collega Flores al confine con il Belize e che ripercorreremo domani. Il nostro autista Fernando ci dice di avere dei parenti di origini Svizzere (Hägele), ma nessuno più in famiglia parla il tedesco. Intanto continua a piovere e la strada non asfaltata in alcune parti è molto fangosa e scivolosa. All'entrata paghiamo gli 80Q di entrata per persona, per poi percorriamo l'ultimo
km fino all'entrata del sito archeologico. Il sito di Yaxchà, che in lingua Mayia vuol dire (acqua azzurro-verde) è stato scoperto solo nel 1982 ed ancora molto poco restaurato. Nel momento di massimo splendore, attorno al 700 dopo cristo doveva avere almeno 20'000 abitanti. Per nostra fortuna il tempo, ancora leggermente piovigginoso all'inizio, migliora e dopo neanche mezz'ora ritornerà a splendere il sole proprio mentre noi saliamo sul tempio principale, quello delle “mani rose”, dall'impronta alquanto sbiadita di due mani rosse su una parete di un vano superiore della grande piramide. Da qui si ha una vista spettacolare sulla foresta, sui due laghi, e sugli altri templi alti del sito. A differenza di Tikal qui vi è pochissima gente e i vialoni alberati in mezzo alla foresta sono più selvaggi e molti alberi , liane e radici, sono
proprio a filo dei sentieri, dandone una sensazione di abbandono. Percorriamo per 2 ore e mezzo i sentieri con in sottofondo le possenti urla delle scimmie urlatrici, e degli uccelli fra i quali aras, picchi e tucani; un vero concerto infinito che con il il giungere della sera si amplifica fino a diventare un vero e proprio concerto della foresta. Noi visitiamo i vari gruppi di templi restaurati, mentre vi sono numerosi (almeno 500) ancora coperti da detriti e da alberi. Discutendo con un guardiano mi dice, si c'è ancora veramente molto da fare! Sulla via del ritorno saliamo nuovamente sul tempio delle
 mani rosse per godere lo spettacolo della calata del sole. Peccato che intanto riprende a piovigginare regalandoci uno splendido arcobaleno, mentre sulle piante accanto assistiamo alla acrobazie di tre scimmie ragno, che con le loro lunghe braccia si spostano elegantemente da un ramo all'altro. Dalla cima della piramide abbiamo la possibilità di vederle quasi alla nostra altezza. Verso le 17.30 mentre inizia a far notte rientriamo con Fernando fino al nostro hotel a El Remate. Intanto durante il viaggio ci racconta della sua famiglia e di essere diventato di recente un felice papà, Con il suo i-phone ci
mostra orgoglioso delle foto del figlio e dell'intera famiglia. Dopo aver fatto una bella doccia rigenerativa ritorniamo al ristorante di Don David per fare cena su base di un menù vegetariano. Intanto dalle descrizioni della sua biografia scopriamo che Don David (David Kuhn) era in realtà statunitense venuto qui in viaggio della Florida e poi rimasto a El Remate dopo aver qui sposato una Guatemalteca. Di origini Svizzere era suo nonno, che emigrò giovane negli USA. 






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