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martedì 17 febbraio 2015

16.02.2015 da San Juan del Sur a Playa Coco (Costa Rica)

 Oggi ci alziamo all'alba per cercare di passare la frontiera ed entrare nella Costa Rica prima dell'afflusso della massa di turisti. La colazione, vedi desayuno de cortesia è ottima e subito dopo partiamo dal nostro ospitale Hotel El Colonial per la fermata dei bus e prendere il primo che parte per Rivas. Il bus parte pieno, ma poi man mano che procede il viaggio diventa strapieno!
In più di dover stare in piedi siamo proprio sotto un altoparlante con la “musica a balla”, peggio di essere in discoteca.
Cerchiamo con il nostro sacco di attenuare il volume. Ma quando l'autista si accorge alza ancora il volume. Allora non mi resta, per avere un po di pace per le nostre orecchie, che tenere bloccata con le dita la membrana del già “scassato” altoparlante sopra di noi. All'incrocio di La Virgen sulla Panamericana ci facciamo scaricare e riusciamo a prendere quasi al volo il prossimo bus fino alla frontiera. Sul bus ci tocca subire per tutto il viaggio la noiosa predica biblica di un potente rompiscatole religioso, che alla fine vorrebbe incassare qualche cordobas. Alla frontiera appena scesi
dal bus nella grande confusione, un breve momento di panico, il mio sacco che era sul tetto del bus, sembra essere sparito. Ma poi ecco l'autista che me lo consegna con un ampio sorriso. Certamente aveva visto e capito la mia preoccupazione.
Iniziamo poi le solite trafile di frontiera, la parte nicaraguense dopo il pagamento di 1 + 2 US$ va molto rapidamente, poi dobbiamo percorrere, fra il traffico dei bus e camion, circa 500m di terra di nessuno. Arrivati dal lato costaricano, ecco la temuta colonna, al nostro arrivo sono una cinquantina, ma poi cresceranno fino ad
almeno un centinaio. In una mezzora circa passiamo anche la migration della Costa Rica. Unico momento di apprensione è stato quando la gentile segnorita ci chiede di vedere il biglietto del mezzo di trasporto per uscire dal paese. A questa evenienza non siamo preparati, però sappiamo che per questo possono fare delle storie! Lei ci dice che abbiamo due possibilità; o andare fuori a comperare un biglietto open verso Panamà, o ricevere un visto di 5 giorni per attraversare il paese. Facendo un po i finti tonti, dicendole che a noi infine interessa visitare il suo bel paese e che 5 giorni sarebbero
troppo pochi, riusciamo a farci concedere una eccezione. Uno scamblo di sorrisi e poi lei abbassa il timbro e ci augura buena permanencia en Costa Rica. Passato poi anche il controllo dei bagagli, cambiamo in Colones (la valuta della Costa Rica) gli ultimi cordobas rimasti. Andres, il cambista nicaraguense. Ci spiega bene come funziona qui il cambio di valute. Nella Costa Rica vi sono in pratica due valute, il Colon ed il dollaro USA. Per un dollaro viene calcolato normalmente da 500 a 540 Colones. Lui ci consiglia di usare i dollari, ma non mi convince troppo visto che noi dovremmo
già in ogni modo cambiare i Franchi in dollari.
Con un bus rapido e comodo, un altro mondo rispetto a quelli nicaraguensi, arriviamo verso mezzogiorno a Liberia, passando per la Cruz. Poi qui prendiamo un rinfresco prima di cambiare di terminal per prendere il prossimo bus per El Coco, ad una quarantina di km da Liberia. Su un percorso pianeggiante attraverso terre molto aride, passiamo in vicinanza dell'aeroporto, e giungiamo alla Playa de El Coco verso le 15 del pomeriggio. Girando poi alla
ricerca di un alloggio, ci accorgiamo subito del diverso livello di prezzi rispetto al Nicaragua. Alla fine, grazie al colombiano Herman, troviamo una camera adeguata al modico prezzo (per la Costa Rica) di 40US$. Niente di eccezionale come confort, ma abbiamo l'essenziale e dal balcone riusciamo a vedere la spiaggia. Siamo proprio sopra un grande negozio di artigianato La Iguana e abbiamo uno spazioso balcone. Poi fatto il giro, della molto fotogenica spiaggia, con il sole al suo declino. Intanto vediamo le barche dei pescatori ritornare con il loro bottino, ed i pellicani a fare le loro evoluzioni per poi tuffarsi in picchiata nel marre, anche loro per pescare riempiendosi il loro spazioso becco. A cena troviamo un bel posto proprio sulla spiaggia, il ristorante Claudio y Gloria dove ci facciamo servire del buon pargo rojo, che ci garantiscono è stato pescato la mattina stessa. Ritornati in camera ci accorgiamo che qui la musica dei locali vicini è molto assordante, sembra di essere nel mezzo di un concerto. Il peggio è che la musica durerà fino alla una o due di notte.





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