Dopo
la scarna colazione all'hotel passiamo per un piccolo supplemento di
caffeina al Gran Cafè che avevamo già apprezzato ieri. Poi partiamo
con un taxi dalla Plaza Central per andare a visitare la fabbrica del
caffe El castillo del cacao, che
si trova a tre Km fuori dal centro di Matagalpa.
imballaggi di cioccolato che hanno collezzionato in tutto il mondo. Non mancano le solite marche Svizzere, ma scopriamo anche una tavoletta di cioccolato Alprose!! Per maggiori info sul Castillo del cacao, vedi il sito: http://www.elcastillodelcacao.com/. Noi non possiamo che dire che il cioccolato è molto buono e ha il vero gusto del cacao, come ci dice bene Harm, qui c'è solo il miglio cacao e zucchero. Noi per fare il cioccolato non maltrattiamo il cacao, togliendone le migliori componenti, per poi metterci tutto quanto con
il vero cioccolato non ha niente a che vedere.
La
fabbrica produce esclusivamente cioccolato nero, con da 50 a 75% di
cacao, di produzione locale e biologica (organico). Appena arrivati
abbiamo la fortuna di incontrare l'iniziatore del progetto,
l'olandese
Harm
van Oudenhoven
con il quale abbiamo una breve presentazione e discussione, prima che
parta con il suo consulente giuridico, il cileno Milton Vargas, per
una importante riunione. Oggi è lunedì e la fabbrica è chiusa ma
veniamo accolti lo stesso per visitare il loro negozio-museo e la
fabbrica, dall'esterno ma senza operai. Ci dicono che sono 10 le
persone che lavorano per la produzione e impacchettamento delle varie
sorti di cioccolato. Mentre ci vengono dati vari provini da degustare
ci divertiamo a vedere i vari imballaggi di cioccolato che hanno collezzionato in tutto il mondo. Non mancano le solite marche Svizzere, ma scopriamo anche una tavoletta di cioccolato Alprose!! Per maggiori info sul Castillo del cacao, vedi il sito: http://www.elcastillodelcacao.com/. Noi non possiamo che dire che il cioccolato è molto buono e ha il vero gusto del cacao, come ci dice bene Harm, qui c'è solo il miglio cacao e zucchero. Noi per fare il cioccolato non maltrattiamo il cacao, togliendone le migliori componenti, per poi metterci tutto quanto con
il vero cioccolato non ha niente a che vedere.
Poi
ritorniamo all'albergo ripercorrendo in parte il percorso a piedi.
Quando la puzza degli scappamenti dei camion e delle auto diventa
insopportabile prendiamo un taxi, il quale presi poi ai nostri
bagagli ci porta all'altro lato della città dove si trova il
terminal dei bus in direzione sud. Qui dovremo attendere
pazientemente oltre una ora per poi, alle 14, prendere posto su un
affollato bus express per Leon.
I primi 25km del percorso sono quelli già fatti ieri. Con il vantaggio
del tempo migliore e dei posti ai finestrini riusciamo a scattare delle belle foto, particolarmente del caffè e fagioli messi fuori in grande massa a seccare per poi essere insaccati e spediti. Intanto sul giornale di oggi leggo proprio che in questa regione non sono contenti del raccolto di caffè di quest'anno. A causa della lunga siccità, qualcuno dice provocata dal fenomeno del nino sulla costa del pacifico, il raccolto di quest'anno sarà del 40% inferiore del solito! Tra l'altro anche la qualità non è quella attesa, per cui le perdite per i campesinos
saranno enormi,
vedi più del 50%. Intanto noi continuiamo, fra coltivazioni di riso,
maiz e verdura intervallate la qualche foresta e pascolo, in
direzione sud-est, passando per San Isidro, El Jicaral e San Jacinto
fino all'incrocio di Telìca. Qui veniamo scaricati dal grande bus
per continuare con un mini-bus fino in centro a Leon. Intanto i
nostri occhi sono gia stati catturati da vari vulcani, in parte
perfettamente conici, che incontriamo; solo il San Cristobal, il
Telica (attivo), il Cerro Negro (attivo) ed il Momotombo. A sinistra il
vulcano Telica visto dalla periferia nord di Leon. Verso le 16.30 arriviamo al terminal deibus di Leon. Qui ci affidiamo ad un pedalatore di bicitrasporto (tuk tuk a
pedali) che ci porta in cenro cercare un hotel. Gli faccio vedere la
mia lista, ma lui ci dice che ne conosce di migliori e più
convenienti. Pattuiamo il prezzo e via. Il suo primo hostel è però
occupato per cui ci dice che dovrà aumentarci il costo. Un po
sorpreso gli chiedo spiegazioni, e lui mi dice candidamente: costa il
doppio perchè è come fosse un'altra corsa. Al
che gli chiedo se
vuole giocarci di come turisti o ci prende per stupidi. Alla fine la
mette sullo scherzo e ci porta al primo hotel della mia lista, senza
costi supplementari. Siamo alla Posada del Doctor, un bel posto con
un patio interno verdissimo e con tutto l'arredamento orientato in
stile coloniale. Veramente un bel posto ad un costo ancora molto
economico, vedi 45US$ con colazione inclusa. Siamo già sul tardi per
cui, su consiglio del ricezionista che ci da un buono di sconto,
andiamo al ristorante El Sesteo sulla bellissima Plaza Central,
vicino alla maestosa cattedrale, a fare una ottima cena accompagnata
da due mojitos “happy hour”. Intanto con l'imbrunire la Plaza si
fa animata e un leggero vento mantiene la temperatura gradevole. Qui
per la prima volta, dopo Copan, vediamo in giro molti turisti.
I primi 25km del percorso sono quelli già fatti ieri. Con il vantaggio
del tempo migliore e dei posti ai finestrini riusciamo a scattare delle belle foto, particolarmente del caffè e fagioli messi fuori in grande massa a seccare per poi essere insaccati e spediti. Intanto sul giornale di oggi leggo proprio che in questa regione non sono contenti del raccolto di caffè di quest'anno. A causa della lunga siccità, qualcuno dice provocata dal fenomeno del nino sulla costa del pacifico, il raccolto di quest'anno sarà del 40% inferiore del solito! Tra l'altro anche la qualità non è quella attesa, per cui le perdite per i campesinos
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