Facciamo
una buona colazione presto all'hotel Bohio per andare poi a piedi fino
all'ufficio della COOPAD (Cooperativa de Projectos Agropecuarios)
dove giungiamo alle 8.45. Qui veniamo accolti per primo da Liziardo,
che da come sapremo dopo, è il responsabile operativo della
Cooperativa. Poi arrivano i vari altri responsabili delle varie
funzioni che ci vengono presentati di man mano che li conosciamo. Per
maggior info sulla COOPAD.RL e sull'organizzazione, vedi il sito:
www.coopad-rl.jimdo.com.

Poi
arriva anche Darìo, la nostra persona di riferimento in quanto
coordinatore all'interno della COOPAD dei progetti sostenuti da AMCA (Aiuto Medico al Centro America).
Dopo averci accolti e spiegati gli obiettivi del progetto e della
collaborazione con AMCA ci fa conoscere i vari responsabili per ogni
settore di attività della COOPAD, la quale collabora anche con altre
organizzazioni estere come la tedesca “Brot für die Welt”. La
COOPAD ha circa 180 soci, in gran parte piccole aziende agricole
operanti nel dipartimento di Carazo. Poi dopo questa entrata in
materia teorica
partiamo con un “tuk tuk” per andare a visitare
la finca
"El
Madroño"
appena fuori Diriamba. Qui ci raggiunge anche
Ana e più tardi Liziardo. La
finca modelo viene utilizzata come centro di
istruzione teorica e pratica ai soci e ai gruppi di interessati, in particolare per formare i futuri formatori. I
corsi teorici si tengono generalmente al sabato negli spazi
predisposti ed arredati per l'insegnamento, mentre quelli pratici si
svolgono nell'area attorno allo stabile centrale. Ana e Darìo ci
mostrano poi le varie attività che vengono qui insegnate come:
produzione di composto tramite

lombricicoltura, coltivazioni con
particolari tecniche di irrigazione naturali, culture
biodiversificate, culture per di orti familiari sperimentali e altro
ancora. Da quanto vediamo, intuiamo subito quanto è importante ed essenziale qui
gestire bene l'uso dell'acqua. La regione si trova a ca 600m di
altura, le piogge per lunghi periodi sono scarse, ma quando piove
forte erode facilmente il suolo. Quindi è essenziale conservarla e
utilizzarla al meglio, ciò che qui nella finca può essere
esperimentato nelle diverse condizioni. In particolare Darìo ci
mostra un arbusto, vedi foto a lato, usato a mo


di argine naturale che, oltre che mantenere bene l'acqua proteggendo il suolo, produce dei
semi e delle foglie commestibili. Lo si sta sperimentando da alcuni anni e i
risultati sono molto incoraggianti. Ana invece ci mostra la parte dedicata alla sperimentazione degli orti famigliari. Qui si seminano e si curano i vari vegetali che poi vengono proposti per la coltivazione alle varie famiglie interessate. Poi Darìo ci mostra una fattoria modello per
gli animali, con addirittura un impianto a biogas di concezione cubana,
appena costruito, ma non ancora in funzione. Questo progetto, come ci fa presente Darìo, però non fa parte di quelli sostenuti da AMCA. La foto a lato mostra la parte superiore dell'impianto per la produzione del biogas. Poi con il nostro fido “tuk tuk“ ritorniamo in città per andare a visitare l'orto famigliare di Raissa. Qui vediamo come su delle piccole superfici, ma con molta cura, vengono coltivati i vari ortaggi e frutta, quali peperoni, peperoncini vari, pomodori, carote, cipolle, avocado, papayas, banane ecc.

La sola cosa che ci disorienta un poco è il fatto che sono ancora molto pochi quelli che lo fanno. Difatti Raissa è la sola che lo fa nel suo quartiere e viene vista un po come una extra terrestre. Come ci dirà Liziardo; manca ancora la cultura adatta per apprezzare quanto si coltiva appena fuori casa con le proprie mani. Lo incoraggio dicendogli che anche da noi era così, ma ora con la crisi economica e gli scandali alimentari sono molti quelli che si dedicano all'orto famigliare o di quartiere. A sinistra Raissa, Liziardo e Ana. Terminiamo poi la nostra interessante visita ritornando all'ufficio della cooperativa, scattando le ultime foto ricordo e congedarci da COOPAD. A lato la foto di congedo con Darìo, Ana, Maggie e Lizirado. Ringraziamo anche tramite questo Blog: Darìo, Ana,


Liziardo, Raissa e tutta la squadra di COOPAD che ci ha permesso di farci un'idea delle sfide che si trovano confrontati e delle esperienze di vita quotidiana della gente che vive in questa regione. Per noi il viaggio continua poi con il ritorno all'hotel per prendere i bagagli e ritornare al terminal dei bus per continuare il viaggio, prima fino a Jinotepe, poi fino a Rivas. Scesi qui ci rinfreschiamo con un
jugo e naranja, preleviamo un pò di
cordobas dal bancomat, prima di spostarci in taxi fino a San Jorge da dove partono i traghetti per l'isola di Ometepe, che già da lontano si mette in bella mostra con i due molto f
otogenici vulcani Conception e Maderas. Siamo gli ultimi a salire sul traghetto in partenza dal molo. L'attraversata dura un'ora ed è molto spettacolare con l'attivo vulcano Conception a cambiare continuamente di aspetto. Scesi dal ferry partiamo con un bus per raggiungere Santo Domingo sull'altro lato dell'isola. Qui troviamo subito una buona sistemazione al Buena Vista, il posto consigliatoci dai due Svizzeri incontrati a Granada. Quando arriviamo sta già imbrunendo, quindi non ci resta che prendere possesso della accogliente e comoda camera ed uscire poi a cena al vicino ristorante Villa Paraiso.
Qui in un'atmosfera da turismo di lusso frequentato da gruppi organizzati, stasera tutti tedeschi, ci facciamo servire dell'ottimo, abbondante, ma non proprio economico pescado al vapor.
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