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martedì 30 dicembre 2014

29.12.204: da Tziscao a San Javier (Bonampak)

Stanotte verso le quattro ha iniziato a piovere con un martellante rumore sul tetto in lamiera della nostra abitazione, mentre dalla camera a lato sentiamo un coro di almeno due russatori all'opera.  Fatti i bagagli usciamo dalla nostra abitazione sotto una leggere pioggerellina per andare a  fare colazione alla buona al vicino ristorante. Con un Mototaxi andiamo fino alla strada principale a Tziscao, sono le 8.30 e dopo soli 15 minuti di attesa, anche con un po  di fortuna prendiamo un comodo collectivo che va fino a Palenque.
Il viaggio fino alla nostra destinazione di San Javier dura in tutto 6 ore con un percorso interamente pianeggiante o in leggera discesa. Ci abbassiamo dai 1'600 metri di Tziscao ai 500 della grande foresta Lacandona. Qui siamo ai confini con il Guatemala e sembra di essere in una specie di Far West messicano. Durante il percorso dovremo passare tre controlli militari, ma tranquilli con controllo passaporti e qualche domanda doganale. siamo sulla frontiera e il contrabbando e l'immigrazione illegale è abbastanza presente.
Cielo nuvoloso con qualche timido raggio di sole dopo aver passato  il paese Benemerito de las America (che nome strano!), ritorna a splendere il sole la temperatura diventa gradevole, al sole quasi troppo caldo. Dopo i giorni passati in altura un vero sollievo. La “carretera fronteriza” - Mexico 309, a parte qualche punto critico è in buono stato. Solo in un paio di punti presenta degli scoscendimenti che hanno portato via mezza strada, nessun problema, senza avvisi ne niente il traffico è deviato sulla parte restante della carretera. La strada è stata chiaramente costruita dal Governo Messicano alla lunga del
confine per permetterne una facile colonizzazione. Difatti della grande foresta Lacandona non sono rimasti che due Parchi protetti, la Reseva de la Biosfera de los Montes Azules e la Lacatun.  Grandi pascoli rubati alla foresta e molte nuove piantagioni di palme da olio, non come nel Borneo ma le piantagioni son in abbondante espansione.
Intanto il bus continua spedito continuando a scaricare e caricare nuovi passeggeri, ma mai sovraccaricandolo.Sul bus siamo con due Slovacchi, di nome Marian e Branislav con iquali  andremo assieme con un taxi alla ricerca di un alloggio. Ricerca che si presenta subito un po difficile, difatti i primi tre posti che visitiamo sono o pieni o con un costo troppo alto per quello che propongono. Poi alla Posada de los Tulipanes troviamo una camera adatta per 500 pesos da un simpatico Lacandone di nome Ulisses. Lasciati i bagagli partiamo alla ricerca di un posto per collegarci a Internet e per bere una serveza, qui molto rari da trovare. Troviamo un Cyber, che qui chiamano “siber”  a circa un km di cammino. Per la cerveza dobbiamo, chiamati da dei bambini lacandoni, passare in una casa privata dove ci vengonono servite le da noi tanto agognate servezas Modelo. Ci diranno che loro hanno un permesso speciale per venderla solo ai turisti, ai locali è proibito venderla! Ci intratteniamo poi per lungo tempo e giocando con i dieci bambini che popolano la piccola abitazione. Prima di partire e salutarli regaliamo loro delle penne e della carta per fare disegni. Noi andiamo poi in un vicino ristorantino a cenare con delle echilladas e della carne fatta alla lacandona. Ottimo e abbondante. Andiamo poi poi a dormire per la stanchezza della lunga giornata di viaggio. 




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