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martedì 23 dicembre 2014

23.12.2014: a Ocosingo e visita delle rovine di Toninà


Durante la notte la corrente elettrica è ritornata obbligandoci a spegnere il ventilatore e la luce della camera. Qui siamo 900m/sldm e durante la notte la temperatura diventa frescolina. Ci godiamo  quindi la colazione con i primi raggi del sole, al ristorante Delizias appena sotto il nostro hotel. La colazione sarà talmente deliziosa e abbondante che andremo via senza pagare il conto. Ce lo diranno gentilmente alla sera dopo la cena,un attimo di imbarazzo, tante scuse da parte nostra, ma non lasciamo nessun conto in sospeso. In compenso faremo qui la colazione anche il giorno dopo. Sono però in generale molto cordiali e disponibili, specialmente chi ha a che fare con i turisti.

Leggendo proprio stamattina la “Relazione sulla distruzione delle Indie” di Bartolomè de las Casas, al riguardo degli indigeni, mi imbatto in un passaggio che dice: tutte queste infinite genti, Dio le ha create semplici, senza malvagità né doppiezze, obbidientissime e fedelissime ai loro signori naturali e ai cristiani che servono; e più di altre al mondo umili, pazienti, pacifiche e tranquille, aliene a risse e baruffe, da liti e maldicenze, senza rancori, odi ne desideri di vendetta. .. E poi: è gente poverissima che assai poco possiede e ancora meno desidera possedere beni temporali: per questo non sono superbi, ne avidi ne ambiziosi. Più avanti poi continua: Sono
di intendimento chiaro, libero e vivace, capaci di intendere docilmente ogni buon insegnamento. Hanno grandissima attitudine a ricevere la nostra santa fede cattolica .. Poi conclude dicendo: Veramente questo sarebbe stato il popolo più felice del mondo, se solo non avesse conosciuto Dio.  Detto da un frate domenicano sembra la peggiore accusa che si potesse fare alla conquista spagnola di queste terre!  Ma a Madrid e a Roma queste sue storie e relazioni non interessavano molto, era più importante che dalle Indie arrivassero i carichi di oro, argento e altri metalli preziosi. Anche per questo il frate, poi divenuto vescovo Bartolomè, non ebbe vita facile; fu dappertutto perseguitato e cacciato. Quale vescovo di San Cristobal fu cacciato dopo neanche due anni e ritornò in Spagna. In tutta la storia della conquista non si deve mai dimenticare è che al Vaticano spettava sempre il
10% di quanto arrivava a in Spagna, anche se molto se lo rubavano fra di loro i vari regnanti e briganti qui insediatosi. In questo senso il Vaticano era complice e corresponsabile e di quanto succedeva in queste terre, compresi i massacri e le gravi offese perpetrate contro questi innocenti popoli.
Noi poi, dopo la colazione non pagata, partiamo con il sacco alleggerito e prendiamo un collectivo dalla fermata vicino al mercato con destinazione le rovine Maya di Toninà che distano 12Km da Ocosingo. Sul percorso vediamo il paesaggio pianeggiante e caratterizzato dall'agricoltura e allevamento di
cavalli, mucche e tori. Poi verso le colline ecco la zona archeologica che si vede già bene in lontananza. Visitiamo prima il ben organizzato museo che mostra molte statue e bassorilievi, quelli salvati in tempo dai depredatori. Dopo ca. 500m di cammino in parte fra alti alberi arriviamo, passando a lato del campo del gioco della palla, davanti alla imponente rovina della grande piramide di Toninà. Con  70m si tratta della seconda più alta di tutto il Messico, dopo quella del sole di Teotihuacán. Per info, vedi:http://it.wikipedia.org/wiki/Tonin%C3%A1    
Toninà vuol dire “grande casa di pietra” ed è stata una delle città-stato Maya fra le più acerrime nemiche di Palenque, al punto che alcuni storici danno la caduta di
quest'ultima dalla sconfitta ad opera del popolo di Toninà. La parte più imponente è quella superiore della grande piramide con alcune sculture e la torre centrale con una ripidissima scala per salirvi.  Anche noi, dopo un attimo di osservazione, partiamo per la scalata alla cima della piramide. Ne saremo ricompensati per la spettacolare vista dei dintorni e della vicina foresta, anche se non molta visto che la maggior parte è stata disboscata per ricavarne pascoli per il bestiame. Dopo la faticaccia della scalata e discesa della piramide ci fermiamo in un ristorantino appena fuori al sito per prenderci degli ottimi succhi e dei tacos per rinforzarci e prepararci per il ritorno all'hotel. La cena segue al Delicias con una serie di guacamoles e dei filetti di pesce alla messicana. Poi un giro notturno della Plaza prima di andare a nanna per essere freschi domani mattina per la trasferta a San Cristobal.

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