L'intero giorno è
dedicato alla visita di quella che è, fra le varie città Maya, la
meglio conservata e la meglio restaurata. Qui i Maya durante le varie
fasi storiche svilupparono al massimo livello la loro cultura e la
loro arte architettonica. Per chi interessa approfondire vedi:
http://it.wikipedia.org/wiki/Maya
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dei_Maya
http://it.wikipedia.org/wiki/Chich%C3%A9n_Itz%C3%A1
Noi partiamo
dall'hotel presto per fare una veloce colazione al
ristorante Squimz presso la stazione dei Bus e prendere un collectivo (un minibus che parte solo quando è pieno) per raggiungere l'entrata del centro archeologico alle 8.30. Tutto è tranquillo, possiamo prendere i biglietti senza fare la fila ed entrare ancora prima dei venditori ambulanti. Fra poche ore con l'invasione dei turisti in Bus da Cancùn la situazione sarà ben diversa. Avevo visitato Chichèn Itzà già nel 1976 e sono curioso di vedere cosa è cambiato da allora. La prima cosa che è cambiata, è che dal 2004 non è più acconsentito di salire sulla piramide e sugli altri siti
archeologici! Da una parte un peccato perché certe statue o certi panorami e inquadrature fotografiche non sono ora più possibili. Dall'altro regna più ordine e meno pericoli. La piramide dedicata a Kukulcàn, erroneamente denominata dagli spagnoli “El Castillo” (il castello), con le sue proporzioni e fattura, è un vero gioiello dell'architettura Maya e non solo! Vedere la sua maestosità in controluce subito dopo essere entrati nel parco è qualcosa di quasi mistico. Si sa che la prima costruzione era alta solo 25 metri e che in seguito fu innalzata ancora due volte, l'ultima attorno al 800 d.c. prima dell'arrivo dei Toltechi. La piramide è in realtà un grande calendario nel quale sono rappresentate le eccezionali conoscenze astronomiche dei Maya.. Sono 18 i terrazzoni a 20 scalini che rappresentano i 18 mesi Maya di 20 giorni, e sono 365 gli scalini fino in cima. Inoltre la Piramide di
Kukulcàn è perfettamente orientata ai quattro punti cardinali.
ristorante Squimz presso la stazione dei Bus e prendere un collectivo (un minibus che parte solo quando è pieno) per raggiungere l'entrata del centro archeologico alle 8.30. Tutto è tranquillo, possiamo prendere i biglietti senza fare la fila ed entrare ancora prima dei venditori ambulanti. Fra poche ore con l'invasione dei turisti in Bus da Cancùn la situazione sarà ben diversa. Avevo visitato Chichèn Itzà già nel 1976 e sono curioso di vedere cosa è cambiato da allora. La prima cosa che è cambiata, è che dal 2004 non è più acconsentito di salire sulla piramide e sugli altri siti
archeologici! Da una parte un peccato perché certe statue o certi panorami e inquadrature fotografiche non sono ora più possibili. Dall'altro regna più ordine e meno pericoli. La piramide dedicata a Kukulcàn, erroneamente denominata dagli spagnoli “El Castillo” (il castello), con le sue proporzioni e fattura, è un vero gioiello dell'architettura Maya e non solo! Vedere la sua maestosità in controluce subito dopo essere entrati nel parco è qualcosa di quasi mistico. Si sa che la prima costruzione era alta solo 25 metri e che in seguito fu innalzata ancora due volte, l'ultima attorno al 800 d.c. prima dell'arrivo dei Toltechi. La piramide è in realtà un grande calendario nel quale sono rappresentate le eccezionali conoscenze astronomiche dei Maya.. Sono 18 i terrazzoni a 20 scalini che rappresentano i 18 mesi Maya di 20 giorni, e sono 365 gli scalini fino in cima. Inoltre la Piramide di
Kukulcàn è perfettamente orientata ai quattro punti cardinali.
Seguendo il
percorso visitiamo poi il Tempio dei Guerrieri, il Gran Juego de
Pelota (gran campo del gioco della palla), il Tempio del Giaguaro,
dell'Aquila e dei Teschi fino ad arrivare al Cenote Sagrado (la pozza
di acqua sacra). Qui facciamo un lunga pausa di riposo prima di
ritornare e continuare la visita della zona nord con il “Gruppo de
la mil columnas” (tempio delle mille colonne), la notevole
costruzione dell'Osservatorio Astronomico (denominato anche
impropriamente El Caracol – la lumaca) e l'Edificios de las
Monjas (il Convento delle Monache).
Monjas (il Convento delle Monache).
Esausti verso le
tre del pomeriggio, dopo un rinfresco all'uscita, prendiamo il bus
per rientrare al nostro hotel a Valladolid. Passiamo il resto della
sera cenando al ristorante del Cenote Zacì; caro e per niente
speciale, e attorno alla ben frequentata Plaza Central.
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