Poi, sotto la pioggia
insistente e la confusione con l'orario di partenza dei bus, prima ci
dicono alle 9.30, poi però alle 10.30, partiremo per la frontiera.
Prima passiamo da BriBri per contuare
fino a Sixaòla, l'ultimo paese della Costa Rica prima della frontiera.
fino a Sixaòla, l'ultimo paese della Costa Rica prima della frontiera.
Alla frontiera abbiamo dovuto
lottato con i soliti “accompagnatori” che gentilmente ti
vorrebbero seguire mostrandoti cosa fare e dove andare, per poi
chiederti un compenso. Dopo qualche peripezia, e dopo avergli detto
per la terza volta che non abbiamo bisogno di aiuto, riusciamo a
scrollarci di dosso il sedicenne “appiccicoso” Ariel. Prima
paghiamo i 3 US$ per uscire dalla Costa Rica, così possiamo passare
alla Migration per il timbro del passaporto. Poi dobbiamo
attraversare il vecchio e precario ponte ferroviario sul fiume
Sixaòla reso pedonale, ma altamente scivoloso per la pioggia.
Arriviamo alla frontiera di Gambito alle 14 circa, ma qui sono già
le 15, causa il cambio di fuso orario. Da Gambito, dopo aver passato
non
senza problemi, e aver pagato 6 U$ a testa, le formalità doganali, prendiamo un bus per Changuinola, la capital bananera de Panamà. Come era da aspettarsi alla Migration di Panamà ci chiedono di vedere il biglietto del volo o del bus per l'uscita del paese. Spiego al burbero funzionario doganale che abbiamo il biglietto, ma che non lo abbiamo potuto stampare. Dopo richiesta ci concede pero`di vederlo sullo schermo del mio LapTop. Quando lo mostro non gli da nemmeno uno sguardo! L'importante è di aver ricevuto il timbro di entrata e di essere ora liberi di stare fino a tre
mesi a Panamà. Il viaggio in bus, fra le interminabili piantagioni di banane, fra le quali capeggia quelle della ben conosciuta Chiquita. Su diversi cartelli all'entrata delle piantagioni c'è sempre la scritta “No pasar / No entry”, e altri che avvertono sull'uso di prodotti dannosi alla salute. Il centro della città di Changuinola è pieno di grandi negozi, in gran parte in mano ai soliti cinesi e supermercati, ed è molto affollato pur essendo domenica. Dopo aver scaricati un po di dollari dal bancomat, prendiamo alloggio all'hotel Semiramis, pulito e tranquillo e relativamente economico. La particolarità è che
la divisa ufficiale di Panamà è il Balboa, di cui esiste solo la moneta di un Balboa. Il denaro normalmente in circolazione é il $ US, che vale un Balboa.
senza problemi, e aver pagato 6 U$ a testa, le formalità doganali, prendiamo un bus per Changuinola, la capital bananera de Panamà. Come era da aspettarsi alla Migration di Panamà ci chiedono di vedere il biglietto del volo o del bus per l'uscita del paese. Spiego al burbero funzionario doganale che abbiamo il biglietto, ma che non lo abbiamo potuto stampare. Dopo richiesta ci concede pero`di vederlo sullo schermo del mio LapTop. Quando lo mostro non gli da nemmeno uno sguardo! L'importante è di aver ricevuto il timbro di entrata e di essere ora liberi di stare fino a tre
mesi a Panamà. Il viaggio in bus, fra le interminabili piantagioni di banane, fra le quali capeggia quelle della ben conosciuta Chiquita. Su diversi cartelli all'entrata delle piantagioni c'è sempre la scritta “No pasar / No entry”, e altri che avvertono sull'uso di prodotti dannosi alla salute. Il centro della città di Changuinola è pieno di grandi negozi, in gran parte in mano ai soliti cinesi e supermercati, ed è molto affollato pur essendo domenica. Dopo aver scaricati un po di dollari dal bancomat, prendiamo alloggio all'hotel Semiramis, pulito e tranquillo e relativamente economico. La particolarità è che
la divisa ufficiale di Panamà è il Balboa, di cui esiste solo la moneta di un Balboa. Il denaro normalmente in circolazione é il $ US, che vale un Balboa.
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