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lunedì 2 marzo 2015

01.03.2015: da Puerto Viejo a Changuinola, Panamà

Oggi abbiamo avuto una giornata abbastanza movimentata, con un finale a sorpresa. In realtà volevamo attraversare la frontiera entrare a Panamà e arrivare fino a Bocas del Toro; un'arcipelago di isole non lontane dal confine con la Costa Rica. Prima la pioggia insistente che ci disturba tutta la mattina, poi la confusione con le corse dei vari bus. Infine le peripezie per il passaggio della frontiera Costa Rica – Panamà, ci fanno desistere e decideremo di fermarci a Changuinola, per non incappare a dover viaggiare di notte o essere bloccati da qualche parte.
Approfittando di una breve tregua della pioggia intensa prendiamo i bagagli per andare a cercare un buon posto per fare colazione sul percorso verso il terminal dei bus. Posto che troviamo in un ristorantino, al primo piano, proprio sopra la carniceria (macelleria) del paese. Per ironia il ristorante è vegano – vegetariano, mentre la sorpresa è che appartiene a due italiani Manuela e Roberto. Che da tre anni vivono qui servendo ottime colazioni e pasti originali. Con la gentile Manuela faremo una lunga chiacchierata sulla biodiversità,
sull'agricoltura bio e sui prodotti, come il cacao o il caffè che loro ricevono da una comunità indigena della regione e che loro poi commercializzano. Dopo tanto tempo riceviamo degli ottimi cappuccini e caffelatte fatti con un miscela di vari caffè regionali, che come ci dice Manuela non hanno nulla da invidiare da quello servito in Italia.
Poi, sotto la pioggia insistente e la confusione con l'orario di partenza dei bus, prima ci dicono alle 9.30, poi però alle 10.30, partiremo per la frontiera. Prima passiamo da BriBri per contuare
fino a Sixaòla, l'ultimo paese della Costa Rica prima della frontiera.
Alla frontiera abbiamo dovuto lottato con i soliti “accompagnatori” che gentilmente ti vorrebbero seguire mostrandoti cosa fare e dove andare, per poi chiederti un compenso. Dopo qualche peripezia, e dopo avergli detto per la terza volta che non abbiamo bisogno di aiuto, riusciamo a scrollarci di dosso il sedicenne “appiccicoso” Ariel. Prima paghiamo i 3 US$ per uscire dalla Costa Rica, così possiamo passare alla Migration per il timbro del passaporto. Poi dobbiamo attraversare il vecchio e precario ponte ferroviario sul fiume Sixaòla reso pedonale, ma altamente scivoloso per la pioggia. Arriviamo alla frontiera di Gambito alle 14 circa, ma qui sono già le 15, causa il cambio di fuso orario. Da Gambito, dopo aver passato non
senza problemi, e aver pagato 6 U$ a testa, le formalità doganali, prendiamo un bus per Changuinola, la capital bananera de Panamà. Come era da aspettarsi alla Migration di Panamà ci chiedono di vedere il biglietto del volo o del bus per l'uscita del paese. Spiego al burbero funzionario doganale che abbiamo il biglietto, ma che non lo abbiamo potuto stampare. Dopo richiesta ci concede pero`di vederlo sullo schermo del mio LapTop. Quando lo mostro non gli da nemmeno uno sguardo! L'importante è di aver ricevuto il timbro di entrata e di essere ora liberi di stare fino a tre
mesi a Panamà. Il viaggio in bus, fra le interminabili piantagioni di banane, fra le quali capeggia quelle della ben conosciuta Chiquita. Su diversi cartelli all'entrata delle piantagioni c'è sempre la scritta “No pasar / No entry”, e altri che avvertono sull'uso di prodotti dannosi alla salute. Il centro della città di Changuinola è pieno di grandi negozi, in gran parte in mano ai soliti cinesi e supermercati, ed è molto affollato pur essendo domenica. Dopo aver scaricati un po di dollari dal bancomat, prendiamo alloggio all'hotel Semiramis, pulito e tranquillo e relativamente economico. La particolarità è che
la divisa ufficiale di Panamà è il Balboa, di cui esiste solo la moneta di un Balboa. Il denaro normalmente in circolazione é il $ US, che vale un Balboa.


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